Cosa hanno in comune una scuola di burlesque e una squadra di calcetto? Apparentemente niente. Eppure, questa è la domanda che ha dato il via al gemellaggio tra The Rouge Academy e Acet Team. La risposta? Molto più di quanto ci aspettassimo.
Il 25 marzo alcune delle Rougettes hanno fatto irruzione – con pasties e glitter – sui campi da calcio di Acet, per partecipare a un allenamento in piena regola. Hanno portato i loro colori, l’entusiasmo di chi prova qualcosa di nuovo, e quel senso di spaesamento meraviglioso che accompagna ogni prima volta.
Un allenamento diverso dal solito
La squadra di Acet ha aperto le porte del proprio allenamento alle allieve della Rouge Academy. Fin dall’inizio, l’atmosfera è stata elettrica. Le Rougettes tifavano a bordo campo con cori, risate e tamburelli improvvisati. Poi, tutte in campo per una partitella, dove – colpo di scena – nessuno teneva il conto dei goal. Perché non si trattava di vincere o perdere, ma di condividere un momento adrenalinico e fuori dagli schemi.
Un Tuffo nel Mondo del Burlesque
Il 14 aprile è stata invece la volta di Acet, di indossare i panni e le scarpe delle dive. Il Centro D’arte Sauvage, casa della Rouge Academy, ha ospitato il secondo incontro, dove Acet ha preso parte alla loro prima lezione di burlesque. Tra tacchi, pose e camminate, le Rougettes hanno adottato ciascuno un calciatore, guidandoli attraverso piccoli esercizi di camminata scenica e movimenti base di burlesque.
Il terzo tempo
Il terzo tempo è una tradizione consolidata nel mondo del rugby in cui, a fine partita, le due squadre e le due tifoserie mettono da parte le rivalità sportive per festeggiare insieme. È anche una tradizione consolidata di Acet Team, che alla fine di ogni allenamento, si ritrova al bar della struttura per mangiare insieme, discutere, rilassarsi.
Non solo le Rougettes sono state invitate a far parte di questo terzo tempo, che si è trasformato quasi automaticamente in una raffica di domande verso il mondo del burlesque, e di cosa si sarebbero dovuti aspettare nella seconda metà di questo improbabile gemellaggio. Ma che anche le Rougettes, spinte da questo spirito di condivisione, hanno creato un terzo tempo anche dopo la lezione di burlesque, invitando la squadra a fare aperitivo non molto distante dalla scuola, per continuare a socializzare e a divertirsi.
Perché tutto questo?
Quello che state leggendo non è il racconto di una partita di calcetto. Non è una lezione di burlesque. È il racconto di persone che hanno deciso di fare a pezzi gli stereotipi di genere. Cosa vuol dire giocare a calcio? Davvero vuol dire machismo, durezza, tifoserie violente? E fare burlesque? È forse un esercizio di vanità, riservato a corpi conformi e sguardi ammiccanti?
Noi diciamo: basta.
Sia Acet Team che la Rouge Academy rifiutano di farsi imprigionare in uno standard. Non vogliamo rientrare nei ruoli imposti, nelle etichette preconfezionate, nella performatività estetica o sportiva che ci viene chiesta ogni giorno. Il corpo non deve dimostrare niente. Né essere efficiente, né essere bello per gli altri.
Questo incontro tra mondi apparentemente lontani ha mostrato che si può, anzi si deve, giocare con le regole per riscriverle. È stato divertente, liberatorio, sorprendente. E profondamente politico.
Guardando al futuro
L’entusiasmo è stato tale che entrambi i gruppi stanno già pianificando nuove collaborazioni. Il desiderio è uno solo: continuare a creare spazi dove ogni corpo possa esprimersi, senza giudizio e senza gerarchie.
